IL GIUSTO APLOMB Ieri come al solito siamo usciti dalla mensa ospedaliera per tornare a casa. Mi è venuto in mente che sarebbe stata l’ora di tagliarmi i capelli e così invece di fermarci a casa nostra abbiamo proseguito con il bus fino alla stazione, dove c’è un barbiere. Io già dalla mattina non stavo bene e pensare di dover riprendere l’autobus e farmi a piedi un pezzo di strada non mi piaceva molto. Così una pazzia: prendiamo il taxi. Ho chiamato il taxi e mi sono messo sotto la palina di attesa. In quel frangente mi sono apparsi due angeli vestiti da Dolce o amaro che sia o da qualcun altro. Anche loro avevano chiamato il taxi. Io mi ero già alterato pensando che avremmo preso una fregatura. Infatti il taxi invece di fermarsi sotto la palina d’attesa è andato più in la verso i signori, signori in terra ma spero non in cielo. Vedendomi alterato mi dissero: “prendete il taxi, è indubbiamente vostro, non c’è dubbio”, frase melensa e intrisa di quel disprezzo verso una classe “inferiore” e non all’altezza di donare qualcosa che non è tuo ma è già di altri, noi, io e Pietro siamo saliti. Ho detto “ ci porti per favore in via PO”. Da fuori ho sentito via PO, via PO, via…… andava ripetendo l’altro cliente di Arezzo Taxi. Così nell’attesa della testa di cavallo mozzata sul letto, come è usanza tra i mafiosi, quando qualcuno fa uno sgarbo a Cosa Nostra, ho scritto questo articolo. Ciao Francesco Panera